dalla lettera di Michele da Cuneo a Gerolamo Annari, datata 15-28 ottobre 1495


Essendo io ne la barcha presi una Camballa bellissima, la quale il signor armirante mi donò; la quale havendo io ne la mia camera, essendo nuda secondo loro costume, mi venne voglia di solaciar cum lei. Et volendo mettere ad executione la voglia mia, ella non volendo me tractò talmente cum le ongie che non vorria alhora havere incominciato. Ma cossì visto, per dirvi la fine de tutto, presi una corda et molto ben la strigiai, per modo che faceva cridi inauditi che mai non potresti credere. Ultimate, fussimo de acordio in tal forma che vi so dire che nel facto parea amaestrata a la scola de bagasse”.

TRADUZIONE


"essendo io in barca catturai una femmina cannibale bellissima che mi fu poi regalata dall'ammiraglio Colombo. Siccome la tenevo nella mia stanza, completamente nuda come è usanza di quella gente, mi venne voglia di sottometterla sessualmente. Ma appena tentai di prenderla ella rifiutò di accoppiarsi e mi respinse graffiandomi così forte con le sue unghie che mi pentitii di averci provato. Preso atto del suo comportamento e per raccontarvi come andò a finire, afferrai una corda e la frustai violentemente mentre lei cominciò a lanciare grida così forti da non crederci. Alla fine le frustate somministrate fecero sì che si creò tra noi un accordo tale che la donna, nell'assecondare i miei desideri, si sottomise in un modo tale  che sembrava educata in una scuola per prostitute".

(pubblicata per intero in: T. TODOROV, La conquista dell’America. Il problema dell’ “altro”, Einaudi, Torino 1984)