popoli perseguitati: 100 anni dopo il boom della gomma


1 agosto 2011


Fany Kuiru, un’indigena Witoto dell’Amazzonia colombiana, ha lanciato un appello pubblico per scoprire la sorte di due schiavi indiani portati in Inghilterra un secolo fa.
Il Daily News aveva raccontato al pubblico britannico dei suoi antenati, Omarino e Ricudo, esattamente 100 anni or sono. Oggi la donna chiede di essere aiutata a “scoprire cosa sia capitato ai nostri fratelli indigeni… perché i loro spiriti possano riposare in pace”.



Omarino e Ricudo
i due Witoto resi schiavi e portati nel Regno Unito nel 1911

I due indios furono portati dinanzi al console britannico Roger Casement nel 1910, nella loro terra natale di Putumayo, nel sud della Colombia. Omarino era stato scambiato per un paio di pantaloni e una camicia; Ricudo era stato vinto a una partita a carte.
Casement, che era stato inviato dal governo britannico per investigare sulle atrocità che stavano avvenendo in Amazzonia durante il boom della gomma, portò i due indigeni con sé in Inghilterra, per mostrare gli orrori scoperti durante il suo viaggio.
La domanda di gomma amazzonica era salita alle stelle in seguito alla scoperta del processo di vulcanizzazione da parte dell’azienda statunitense Goodyear. Il processo rendeva la gomma sufficientemente dura per poter essere usata per gli pneumatici delle macchine. L’innovazione diede il via alla prima produzione su larga scala di automobili da parte di Ford, l’industria leader.
Secondo Casement, per soddisfare la richiesta sempre più alta di gomma da parte di Europa e Stati Uniti, in soli 12 anni furono resi schiavi, torturati e uccisi 30.000 indigeni.

durante il boom della gomma
furono schiavizzati e uccisi migliaia di Indiani amazzonici

un giovane schiavo con le orrende cicatrici
conseguenti alle torture subite

“Ci mandano a raccogliere la gomma lontanissimo, nel più profondo della foresta, e se torniamo senza, o se non la procuriamo abbastanza velocemente, ci sparano” aveva dichiarato Omarino al Daily News.

schiavi Witoto al lavoro nella regione del Putumayo

Molti degli Indiani incontattati di oggi discendono dai sopravvissuti alle atrocità del boom della gomma. Fuggendo nelle zone più remote della foresta, alcuni gruppi riuscirono a sfuggire agli omicidi, alle torture e alle epidemie che stavano decimando il resto della popolazione indigena.
“Ogni stato ha avuto il suo ruolo nello sterminio degli indigeni” ha dichiarato Fany a Survival dopo avere ricevuto le fotografie dei suoi antenati.” “La Colombia li ha trascurati; il Perù è stato sia mente che complice dell’olocausto; l’Inghilterra lo ha finanziato e il Brasile ha sradicato gli Indiani dalla loro terra e li ha obbligati a lavorare nelle piantagioni della gomma.”
Non si sa cosa sia successo poi ai due schiavi, le cui ultime parole al Daily News furono: “Londra è bellissima, ma il grande fiume e la foresta dove volano gli uccelli sono più belli. Un giorno ci torneremo”. Non si sa nemmeno se siano effettivamente riusciti a tornare a casa.
“Il boom della gomma sembra storia remota, ma ne stiamo ancora vivendo gli effetti” ha dichiarato Stephen Corry, direttore generale di Survival International. “Quando l’Occidente ha siglato il suo matrimonio con la macchina a motore, ha scritto le sue lettere d’amore con il sangue degli Indiani. Ciò ha dato inizio a un enorme crimine contro l’umanità, perpetrato da un’azienda britannica, nell’area degli Witoto. E oggi ci sono ancora compagnie britanniche, come la Vedanta Resources, che stanno pianificando il furto della terra indigena, questa volta in India. È il momento di fermare questi crimini e iniziare a trattare gli indigeni come esseri umani.”