quando il "diverso" è molto diverso: i cannibali delle isole Fiji

scena di cannibalismo alle isole Fiji (1890 circa)

     Mariner racconta (1805-10 I, 355 sg.) quanto sia tremendo il cannibalismo degli indigeni di questo gruppo di isole: nella forma più atroce questa usanza si sarebbe presentata a Navihi-Levoo (Viti Levu). Il capo di questa isola ci viene descritto come un vero buongustaio, il quale non uccideva subito i suoi prigionieri, ma li castrava e li faceva ingrassare per macellarli in caso di bisogno e quando la carne gli sembrasse abbastanza tenera. Mani e piedi erano considerate le parti migliori.
... La carne dei bianchi avrebbe un sapore strano, poco apprezzato (Erskine, 262), ma viene mangiata lo stesso. A Nawii, ad esempio, furono catturati alcuni bianchi cui si tagliarono, mentre erano ancora vivi, pezzi di carne dal corpo. Uno di essi fu costretto a mangiare qualche pezzo della propria carne cruda prima che lo si uccidesse e lo si cucinasse...(Jackson 436)
... Jackson vide una ragazza seduta su un mucchio di radici di yam unta di olio e decorata di foglie. La sua faccia era dipinta ed i suoi capelli ornati di fiori. Era destinata ad essere consegnata insieme al yam come provvista alimentare e i suoi lamenti indussero Jackson a liberarla...
... Giovani donne di Kandavua venivano inviate vive in dono, insieme ad altri generi alimentari, ai capi di Rewa...
... In generale si preferiscono i nemici ma nel caso sia impossibile procurarsene si organizzano azioni di ratto mediante assalti per procurarsi le vittime necessarie, non importa se si tratta di uomini, donne o bambini. Avviene perfino che un capo mangi una delle sue mogli che deve prima procurare personalmente la legna necessaria per la propria cottura...(Williams 175 sg., 178 sg.)
... Si esegue anche il vakatotonga (sec. Fison, XXIV, vaka-totgana), la tortura, durante la quale vengono tagliate alle vittime, dal corpo vivo, pezzi di carne per mangiarle sotto i loro occhi con parole di insulto e costringendoli a mangiare persino pezzi della loro carne cotta...
... I naufraghi venivano salvati solo per essere divorati e raramente avveniva il caso che qualcuno la scampasse...

(Ewald Volhard - Il cannibalismo, Bollati Boringhieri pp. 301-307)