Oceania Rapa Nui


cannibalismo a Rapa Nui

     Gli abitanti dell'isola chiamano i loro antenati "kaitangata", "mangiatori di uomini". Non sono infatti molto lontani i tempi in cui gli abitanti dell'isola praticavano l'antropofagia, visto che l'ultima notizia risale al 1903, quando vennero mangiati alcuni guardiani della Compagnia inglese che sfruttava l'isola.
     Anticamente il cannibalismo aveva funzioni rituali: quando moriva un re, il figlio doveva nutrirsi della carne del padre - cervello, occhi, naso, bocca e lingua - per appropriarsi del "mana" che risiede nella testa e che gli dona il potere.
     Un altro tipo di cannibalismo era rappresentato dall'antropofagia bellica: mangiare il proprio nemico voleva dire annientarlo definitivamente e non vi era insulto più grave che rivolgersi con la bocca aperta verso i prigionieri sopravvissuti dicendo: "la vostra carne mi è rimasta tra i denti".
     Impegnati in guerre sempre più violente e spietate, tralasciando l'agricoltura e la pesca, gli isolani cominciarono ad avere scarsità di cibo e, spinti dalla fame, per sopravvivere adottarono il cannibalismo alimentare trasformando i  più deboli - quali nemici ridotti in schiavitù, vecchi, donne e bambini - in una preziosa riserva alimentare: la carne umana diventò così un fattore fondamentale per la sopravvivenza dei più forti in un mondo in cui non c'era altra possibilità tra il mangiarsi i propri simili o essere mangiati da loro.     
     Dai ritrovamenti archeologici risulta che, intorno alla metà del Seicento, i consumi di carne animale diminuirono drasticamente, mentre aumentarono molto quelli di carne umana. 
     Successivamente la popolazione, per via della fame e della conseguente antropofagia,  si estinse parzialmente riducendosi da 15.000 a circa 2.000 abitanti e quando nel 1772 l'isola venne esplorata per la prima volta dal capitano olandese Jakob Roggeveen essa era popolata solo da selvaggi culturalmente molto regrediti che nei decenni successivi vennero trattati in maniera disumana e crudelmente deportati in Perù per essere utilizzati come forza lavoro e morire spesso di stenti e di fatica.
     Nel 1877 la popolazione dell'isola era ridotta a soli 111 abitanti.